Mutuo Tasso Fisso o Variabile: Differenze, Calcolo e Quale Scegliere
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L’acquisto di una casa è sicuramente una spesa non indifferente per chiunque, richiede infatti ingenti sforzi finanziari, che difficilmente possono essere soddisfatti con risorse proprie. Per questo motivo potrebbe essere utile accendere un mutuo, ovvero un finanziamento per l’acquisto di un immobile, o anche per la ristrutturazione dello stesso, o ancora per l’avvio di un’attività e molto altro ancora.
Ci sono infatti diverse possibilità per il cliente che intende ottenere un finanziamento di questo tipo, egli infatti può scegliere tra un tasso fisso e un tasso variabile. Attraverso questo articolo cercheremo di fornire al lettore informazioni dettagliate su questo argomento, evidenziando le principali differenze tra i due tassi, le modalità di calcolo e alcuni consigli utili per capire quale scegliere.
Tasso d’interesse fisso
Un’incognita al quale ci si può trovare di fronte però è quella riguardante il tasso da applicare per la restituzione delle rate del prestito. Due sono le possibilità: tasso fisso o tasso variabile. Chi non vuole avere particolari preoccupazioni e non è molto fiducioso sulla stabilità dei tassi d’interesse, troverà sicuramente più conveniente la scelta del tasso fisso.
Molti italiani infatti negli ultimi anni prediligono questa opzione, che consente di pagare una rata costante, quindi già si sa a cosa si va incontro e si possono organizzare le spese tenendo conto della rata fissa. La situazione economica che stiamo vivendo, caratterizzata da un’elevata instabilità dei mercati finanziari a causa della pandemia, non fa altro che alimentare queste preferenze.
Una delle operazioni maggiormente preferite negli ultimi tempi è la surroga, ovvero un tipo di operazione che consente il mutamento di alcune condizioni previste dal contratto di mutuo, questo permette ad esempio di passare da un tasso d’interesse variabile a uno fisso.
Per il calcolo del valore del tasso fisso che la banca applicherà nel momento di accensione del mutuo, bisogna avere a conoscenza l’Eurirs, che rappresenta l’indice di riferimento per la sua valutazione.
Il mutuo a tasso fisso quindi, visto quanto detto in precedenza, può essere la scelta adatta per coloro i quali dispongono di un reddito stabile che assicura la possibilità di pagare la rata predeterminata da contratto.
Tasso d’interesse variabile
Vediamo ora quali sono le principali caratteristiche del mutuo a tasso variabile. Come si può capire dal nome stesso, si tratta di un valore molto imprevedibile, soprattutto se deve essere applicato a mutui di oltre 10 anni è molto difficile capire quale sarà il suo valore. Per questo motivo se da un lato può garantire il pagamento della rata a un tasso più basso rispetto a quello fisso, dall’altro c’è il pericolo opposto, ovvero pagare in più di quanto si sarebbe potuto pagare optando per un mutuo a tasso fisso.
Basti pensare alla crisi immobiliare che ci fu tra il 2007 e il 2008 e le conseguenze economiche che portò, trascinando l’Euribor (indice di riferimento per il calcolo del tasso variabile) a oltre il 5%.
Da quanto detto fin ora, possiamo intuire come questa tipologia di mutuo, sia più conveniente per tutte le famiglie che: hanno a disposizione più di un reddito con elevati margini di crescita e che abbiano una spiccata propensione al risparmio. Non risulta quindi essere adatto per pensionati o lavoratori dipendenti che ricevono quindi uno stipendio fisso.
Quale tasso scegliere? Fisso o variabile?
Una volta analizzate le caratteristiche principali e le modalità di calcolo dei due tassi, possiamo cercare di capire quale delle due tipologie di mutuo può essere maggiormente adatto a soddisfare le proprie esigenze. Per agevolare questa scelta può essere importante considerare alcuni parametri di riferimento.
Uno su tutti è la durata del mutuo, se questa infatti è inferiore a 15 anni, come può succedere per chi intende ristrutturare la propria casa, allora si potrebbe decidere di optare per un mutuo a tasso variabile piuttosto che a tasso fisso. Infatti se in futuro dovesse salire il valore del tasso, si rischierebbe di meno, perché gran parte delle rate sarebbero già state pagate.
Nel caso invece in cui il mutuo abbia una durata superiore ai 30 anni, come accade spesso per chi decide di acquistare una casa, o costruire un’immobile, il tasso fisso potrebbe essere la scelta più appropriata.
Altro parametro importante da considerare è il reddito di cui la famiglia dispone, quindi come già accennato nei paragrafi precedenti, se questo dovesse essere costante, il tasso fisso è la scelta migliore, se questo fosse variabile con margini di crescita notevoli, allora anche il mutuo a tasso variabile potrebbe essere una scelta appropriata.
Lo scenario economico attuale e anche quello futuro possono orientare verso una tipologia piuttosto che un’altra. E’ possibile individuare l’andamento storico che hanno avuto i tassi d’interesse, attraverso numerose piattaforme online, che possono così fornire un supporto alla scelta. Ovviamente conoscere il valore dei tassi fra 20 anni è impossibile, tuttavia con un’analisi ben studiata e dettagliata si possono fare previsioni a breve termine e capire quale tasso sia più adatto alle proprie esigenze.