Stipulare un mutuo è il primo passo necessario da compiere per poter acquistare una casa: senza di esso, infatti, non si può porre in essere nessuna tipologia di trattativa finalizzata a tale scopo. Tuttavia, contrariamente a quanto si possa pensare, sottoscrivere un mutuo con un istituto bancario non è un’operazione impossibile da effettuare: grazie alle tante opzioni presenti sul mercato, infatti, è possibile prediligere l’opzione più congeniale alle proprie specifiche esigenze, coniugando in tal modo tutti i crismi concernenti l’utile e il dilettevole.
Potrebbe capitare, però, di doversi ritrovare nella condizione di dover rinegoziare i termini del mutuo stipulati con la banca, per i motivi più vari e disparati: da qui, dunque, parte la necessità di cercare di comprendere quali siano i requisiti per tentare di aprire una trattativa con la banca che ha concesso tale prestazione. Vale la pena quindi cercare di capire quali siano i requisiti necessari da possedere prima di procedere alla rinegoziazione.
In cosa consiste il mutuo e quali sono le sue declinazioni
Indice
Prima di addentrarsi nel vivo della questione, può rivelarsi utile cercare di capire da un punto di vista più specifico cosa sia effettivamente il mutuo e quali siano le opzioni messe a disposizione. Innanzitutto, è importante tenere a mente che esistono due differenti tipologie di tassi (vale a dire le rate da corrispondere a fine mese alla banca): il tasso fisso ed il tasso variabile.
Il tasso fisso consiste, sostanzialmente, in una somma di denaro standardizzata da corrispondere alla banca ogni mese, che per sua natura non è soggetta a nessuna tipologia di variazione a lungo termine; il contraente, quindi, pagherà la medesima somma ogni mese, avendo così dalla sua parte una sicurezza relativa alla somma da versare. Sebbene tale opzione sia la più sicura, è comunque importante tenere a mente che l’importo da corrispondere sia leggermente più alto.
Il tasso variabile, invece, è direttamente collegato all’andamento del mercato finanziario: potrebbe capitare, infatti, che a fine mese il contraente potrebbe pagare delle somme di denaro ribassate proprio grazie all’andamento del mercato; tuttavia, è importante tenere a mente che tale soluzione non si configura necessariamente come la più conveniente, poiché qualora le logiche del mercato sono spesso imprevedibili, con il risultato che a fine mese la somma da pagare potrebbe essere più alta rispetto a quanto previsto.
Il piano di ammortamento di un mutuo: come funziona
Una volta sottoscritto il contratto con la banca, è possibile beneficiare di un apposito piano di ammortamento, ossia stabilire nero su bianco l’effettiva durata del mutuo (ad esempio corrispondere tot cifra per vent’anni fino alla sua completa estinzione).
Il piano di ammortamento si rivela essere praticamente fondamentale, poiché in questo modo si ha l’opportunità di poter tenere sempre sotto controllo il tempo restante fino alla completa estinzione del mutuo contratto. A seconda delle proprie specifiche esigenze, l’istituto bancario presso il quale ci si rivolgerà proporrà una serie di soluzioni differenti, ognuna delle quali in grado di soddisfare le specifiche esigenze del richiedente.
Rinegoziazione del mutuo: qual è l’iter da seguire
Una volta compresi i meccanismi basilari che ruotano intorno la stipula del mutuo, è importante cercare di comprendere fino in fondo quale sia l’iter burocratico da seguire per rinegoziare il mutuo. La rinegoziazione può essere posta in essere ogni qualvolta ci si trovi nella condizione di dover corrispondere delle somme di denaro alla banca troppo elevate: in questo modo, dunque, si solleva il contraente dalla situazione spiacevole di doversi interfacciare con oneri finanziari troppo grandi da sostenere, andando a salvaguardare innanzitutto la sua situazione economica.
Il primo passo da fare per tentare di rinegoziare il mutuo, è quello di recarsi presso la filiale ove si è stipulato il contratto al fine di interloquire con un esperto del settore cui fare presente le proprie esigenze. Una volta valutati differenti requisiti, starà alla banca stabilire se sussistono o meno i presupposti per procedere alla rinegoziazione del mutuo, andando così a modificare le clausole originariamente presenti all’atto della sottoscrizione del contratto.
Cosa si va a modificare nel pratico con la rinegoziazione
Può capitare a tutti, purtroppo, di trovarsi in una condizione economica non particolarmente favorevole, in cui non si ha la possibilità di provvedere a tutte le spese che mensilmente occorrono. Al fine di non trovarsi in situazioni spiacevoli, le banche offrono la possibilità di rinegoziare il mutuo, sia affinché il contraente possa ristabilire la sua situazione economica, sia per evitare che la banca non si veda corrisposta la somma mensile pattuita.
La rinegoziazione del mutuo può riguardare differenti clausole a seconda delle specifiche esigenze, come ad esempio:
- il passaggio dal tasso fisso a quello variabile e viceversa
- la durata del contratto (passando ad esempio da un’estinzione cadenzata in vent’anni ad una di venti)
- il tasso di interesse da corrispondere a fine mese e lo spread
Il primo passo da effettuare, quindi, è quello di mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno alla banca ove si è correntisti, indicando in tale ricevuta le condizioni che si desidera cambiare. A questo punto, è necessario attendere la risposta della banca, che prima provvederà a valutare se sussistono i requisiti fondamentali per aprire una trattativa.
Per quanto riguarda i costi da sostenere, è importante tenere a mente che la rinegoziazione del mutuo è sempre gratuita, e che qualora la banca dovesse accettare la rinegoziazione, le garanzie che sono state prodotte per il mutuo originario hanno validità anche per quello rinegoziato e modificato.
Cosa non si può rinegoziare?
Gli elementi del contratto di mutuo a tasso fisso e variabile che non si possono cambiare con la rinegoziazione sono:
- il capitale concesso dalla banca e su cui si calcolano gli interessi;
- i soggetti intestatari (mutuatario, coobbligati, garanti, eventuali terzi datori di ipoteca);
- la banca che ha erogato il mutuo o lo ha acquistato tramite cartolarizzazione;
- la finalità;
- le ipoteche che garantiscono il finanziamento.
La rinegoziazione non permette di cambiare la struttura del contratto, come avviene con la surroga, ma solo alcune clausole, per questo non richiede una nuova fase istruttoria e può essere solo il frutto di un accordo tra le parti.
Come si rinegoziano i mutui?
Il primo passo per rinegoziare il mutuo è quello di chiedere all’istituto di credito se è disponibile a rivedere le condizioni contrattuali. Quindi è necessario procedere avanzando una formale domanda scritta, da inviare tramite Pec o lettera raccomandata all’ufficio preposto o al responsabile che ha seguito la pratica del finanziamento.
La lettera deve contenere:
- i dati degli intestatari;
- i motivi della richiesta;
- il tipo di modifiche che si intende apportare;
- i canali con cui fare la rinegoziazione.
Una volta inoltrata la richiesta si possono verificare tre situazioni:
- il rifiuto della proposta da parte della banca, che blocca la possibilità di ricontrattare il mutuo;
- uno scambio di comunicazioni tra istituto di credito e mutuario con cui si cercano soluzioni per giungere a un accordo;
- accettazione di un eventuale proposta accodata verbalmente, a cui segue la firma del contratto con le condizioni modificate.
Quando chiedere la rinegoziazione?
I titolari di un mutuo devono costantemente informarsi e monitorare il mercato finanziario e i tassi di interesse. Nel momento in cui notano che si sono opportunità di risparmio favorevoli, possono chiedere un controllo finanziario ad un consulente esperto o rivolgersi direttamente alla banca, per cercare di rinegoziare i termini inizialmente sottoscritti.
La rinegoziazione del mutuo può essere richiesta anche in caso di peggioramento della situazione economica del mutuario, che se non riesce a far fronte al rimborso delle rate può chiedere che venga allungata la durata, in modo da far diminuire la rata. Al contrario, se il mutuario dispone di risorse economiche e desidera risparmiare sugli interessi, può ricorrere all’accorciamento del piano di ammortamento. Naturalmente non esiste alcun obbligo per l’istituto di accettare la richiesta, salvo non sia diversamente indicato nel contratto.
Quanto costa rinegoziare il mutuo?
La rinegoziazione non comporta alcun costo per il mutuatario, in quanto si tratta solo di una modifica contrattuale, apportata dalla banca, senza l’intervento del notaio.
Quali sono i vantaggi della rinegoziazione?
I vantaggi della rinegoziazione del mutuo sono rappresentati dalla possibilità di ottenere delle condizioni più vantaggiose, che consentono di risparmiare sugli interessi o ridurre l’importo della rata mensile. A ciò si aggiunge anche la possibilità di non dover cambiare banca, di non perdere i benefici fiscali legati al finanziamento originario e non dover sostenere alcun tipo di costo.
Nel caso di tassi fissi facendo il passaggio a quelli variabili, ci si può proteggere dal rischio di futuri aumenti. Allo stesso modo, se si prevedono innalzamenti dei tassi Euribor, per prevenire situazioni di forte incremento degli interessi, è più vantaggioso rinegoziare il mutuo con un saggio fisso.
In definitiva, quindi, attraverso pochi e semplici passi è possibile aprire una trattativa con la propria banca al fine di valutare se è possibile rinegoziare i termini del mutuo sottoscritti originariamente. La soddisfazione del cliente e la sua serenità sono le prerogative fondamentali per un istituto bancario, ed è proprio per questo che vi sono tutta una serie di agevolazioni affinché il contraente possa assolvere i suoi pagamenti senza però trovarsi in condizioni economiche eccessivamente disagiate o negative.